mercoledì 3 novembre 2010

Combattere - racconto

Vorrei tanto ricordare, ma non posso. Devo essere qualcun'altro, devo essere come mi vogliono loro.
Mi dicono come vestirmi, come farmi capelli, quasi - come pensare.
Ed io, dentro di me, so che è sbagliato, ma non mi posso opporre. Devo abbassare la testa e andare avanti come cavallo con paraocchi.
Cerco di non guardarmi in torno per non vedere il mondo, per non vedere le alternative. Perché tutto questo non mi è permesso, mi fa anche paura, mi fa soffrire, mi fa sognare. Sognare, si... Solo negli sogni posso essere me, posso dire e fare quello che voglio.
Ogni tanto quando nessuno mi calcola, chiudo gli occhi e cerco di ricordare la musica che ho sentito tempo fa. Mi avvolgo nella fantasia e negli suoni che si spostano lentamente tra i pensieri. Lo so che mi guarderanno in modo sprezzante. Ma in quell'attimo sono libera. Poi dolcemente passo da i miei sogni ad occhi aperti alla veglia. So già che mi faranno dispetti, ma quando il giorno si conclude io mi chiuderò nel mio rifuggo, chiuderò la porta dietro di me e potrò per un'attimo, nel silenzio far riposare al mio cuore che piange, grida dal dolore e solitudine.
La notte è breve e sogno non mi permette di restare sveglia a lungo. Metto nel ordine le idee e poso a parte dolore e delusioni. Sotto caldo piumone trovo mio pace. Ultimo sguardo alle facce di mia piccola famiglia, per loro devo essere forte, devo nascondere dispiaceri, chiudere, sotto velo di palpebre, le lacrime che bruciano come scintille che esigono il diritto di scaturire.
Cuore - calmati. E' arrivato il momento di riposo, di sognare, di esserci sotto copertura di dolci illusioni. Si. Nel sogno posso finalmente essere me, qua nessuno mi può far del male. Qua sono al sicuro...

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