mercoledì 3 novembre 2010

Lei - racconto

Guardala. E' cresciuta bene. E' molto simile a sua madre o magari mi sbaglio. Nello stesso tempo sembra assolutamente diversa. Be', di carattere è un'altra persona. Sua madre è più..., difficile a dire, più pratica. Lei invece è delicata, poi cammina sempre tra le nuvole. Peccato che negli ultimi anni ha perso questa ingenua idea che tutti hanno qualcosa di buono, adesso ha paura di soffrire, sta sempre a parte, la ritengono asociale, però non è così. E' la paura che la spinge di evitare la gente.
Darei tutto per starla vicino, per farla sentire bene, per farla motivare ad andare sempre avanti. Ma magari lei lo sa che ci sono. Ogni tanto mi parla, specialmente quando si sente debole. Il legame tra noi è nato da quando era piccola. Il destino mi ha portato via troppo presto. Lo so che è molto simile a me e lo so che la manco. LA cosa più bella che non mi può neanche ricordare e quando parla di me, sembra che mi conosce meglio di chiunque altro che ho mai incontrato. In qualche strano modo il suo cuoricino mi ha registrato.
Lo so che sogna di me ogni tanto, so come vorrebbe poter dirmi qualcosa, portarmi da lei. Vorrei dire a lei come è stata sempre importante per me, come sono fiero di lei e come credo in lei. Vorrei dire che è lei il mio l'angelo, non io il suo. Vorrei tornare in dietro nel tempo e solo una volta, questa volta, non andare sulle montagne, una sola volta.Magari così poteri stare sempre vicino a mia nipote, potrei esserla sempre d'aiuto.
Odio vederla triste e rimpiangere tutti i momenti che non potevamo stare insieme, fatto che non poteva crescere con me a canto.
Odio le sue lacrime quando viene con la visita sulla mia tomba.
Vorrei vivere per lei...

Nel onore di Dżygit, un scalatore, morto nel anni 80. Ci manchi a tutti...

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