lunedì 15 novembre 2010

Punto di vista - Racconto

Storia  di un matrimonio visto in due modi diversi.
Buona lettura.

E vissero felici e contenti.
Ma chi ha inventato questa? Lui, lui è come una macchina con me. Tutto che dice, che fa sembra come registrato sul un CD, come programma di un computer. Anche suoi abbracci sono meccanici, sono curiosa se è così anche con l'altre. Poco ci credo. Sorprendente come diventa un'uomo carino e colto quando entra nelle mura del ufficio. Ma pure io per qualche motivo mi sono innamorata, al'ora sì che era divertente, caldo premuroso.
Telefono. Sarà lui.
-Pronto.
-Buonasera Judi. Verrò più tardi a casa stasera, non mi aspettare con la cena.
-Cero.
Per fortuna non ho ancora cucinato. Mi farò un'insalata e nel letto.
-Buon giorno Judi.
-Sei tornato adesso?
-Sì, avevo un'po di cose da sbrigare. Ti sto aspettando giù, sto preparando il caffè.
Ecco. Un robot.
-Senti Judi. Penso che capo vuole che vado a Londra per due settimane. Ci sono problemi con indipendenti e vuole che mi occuperò di questo.
-Certo.
-Preparo le valigie. Starai bene?
-Sì, certo.
Bene. Per me può andare anche per due mesi.

E' passata una settimana da quando è andato. Ho visto tutti film romantici possibili, ho mangiato nel letto, non mi sono truccata  neanche una volta e mi alzo sempre dopo mezzogiorno. Mi sento da Dio! Lui sicuramente sta lì divertendosi con qualche segretaria. Bene per lui.
Penso che è arrivato il momento per lasciarci. Non abbiamo i bambini, non sarà doloroso per nessuno. Potrò andare al lavoro, vivere come voglio io, senza una macchina a canto nel letto. Ho deciso.

Ed è andata. Mi ha dato divorzio come niente fosse. Ecco come ci teneva a me, meglio così. A casa non ho rimasto niente di mio. Appartamento vicino gli miei genitori aspetta solo che ritiro le chiavi. Finalmente.

Ho un lavoro che mi piace e sembra che sono anche brava, perché arrivano sempre più persone che vogliono qualcosa fatto da me. Sono contenta che le mie idee piacono.
Chi sa che cosa fa il mio ex marito robot. Almeno adesso non devo continuamente sentire questa canzone di suo cantante preferito ogni mattina.
Adesso posso fare quello che voglio e quando voglio.


Oddio venire qua. Devo diventare un'altro in questo lavoro. Sorriso, calma. Avrei migliaia di idee diverse di come passare il tempo se non dovrei lavorare così tanto, ultimamente mi danno pure extra. Devo chiamare a Judi. Mia dolce Judi.
-Pronto.
-Buona sera Judi.
Ultimamente sempre più spesso non torno per la cena a casa. Magari quello è il motivo per quale lei è un'po più fredda nel miei confronti. Mi sa che non ce la farò a finire tutto questo fino domani mattina.
Come vorrei stare adesso nel letto vicino a mia Judi.

Sono esausto. Judi dorme ancora. La preparo il caffè e vado a svegliarla. Come la dirò che devo andare via a Londra per due settimane? Già sono più che poco a casa con lei.

Ha detto solo: certo. Penso che è rimasta male.

Darei tutto per stare  con lei adesso. E' passata una settimana ed io mi sento come forse passati due anni. Mi manca.


Ed è andata. L'ha voluto lei il divorzio. Non cercavo neanche di fermarla. So che era infelice. Magari così sarà meglio per lei.

Ho sentito che ha un buon lavoro. Fa vestiti per i bambini, era sempre brava a farli. Sicuramente adesso è felice. Ma c'è una cosa che ha rimasto qua, il CD con la nostra canzone. C'era nella radio quando l'ho vista per la prima volta. Da quel giorno la sento ogni mattina.

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